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"Meno stranieri in aula col piano-quote Classi a tempo per imparare l'italiano"

13 Marzo 2009

Quotidiano.net
11 Marzo 2009
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Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini parla del suo nuovo progetto: "Bisogna tener conto delle differenze territoriali". Le classi speciali preparano all’inserimento nella classe di appartenenza

ROMA, 11 MARZO 2009 - POTREBBE essere fissato un limite alla presenza di alunni stranieri nelle singole classi. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha ammesso che allo studio c’è un progetto che presuppone il confronto con le dirigenze regionali. «Bisogna tener conto delle differenze territoriali», ha detto la Gelmini a Famiglia cristiana.

Allo stesso modo, secondo la responsabile di Viale Trastevere, il disegno di classi destinate ai soli bambini stranieri, perché imparino la lingua italiana, non è tramontato. «E' una questione didattica, non politica o ideologica. Non vogliamo chiamarle classi-ponte? Chiamiamole classi di inserimento perché la classe ponte può essere fraintesa ed evocare una divisione che non ci deve essere. Si tratta di classi a tempo per l'apprendimento della lingua italiana, che preparano all'inserimento nella classe di appartenenza».

I propositi del ministro potrebbero provocare nuove polemiche, ma la Gelmini è ben decisa ad andare avanti, come sul maestro unico sul quale è tornata. «E' una scelta culturale e pedagogica che vale per tutti. Abbiamo cercato di venire incontro alle famiglie con opzioni orarie di 24, 27, 30 e 40 ore, ma qualunque sia la scelta, il maestro di riferimento è sempre unico. Il massimo di ore che può fare un maestro elementare è di 22 più 2 di programmazione, quindi ci sarà un maestro di riferimento affiancato da colleghi, d'inglese, di religione, che copriranno le ore rimanenti. Identificare il maestro unico con le 24 ore è un errore di contenuto che sta disorientando le famiglie».

ALTRO tema delicatissimo e che è al centro di un confronto della conferenza Stato-Regioni, è il dimensionamento degli istituti. L'accordo trovato è che su 6mila scuole la chiusura riguarderà 3mila istituti che saranno vagliati caso per caso. «Dove l'accorpamento può essere compensato da un buon servizio di trasporto si procederà. Dove si tratta di paesi estremamente sperduti è chiaro che resteranno le scuole così come sono, sempre che si tratti di edifici sicuri».

IERI la Gelmini ha incontrato i rappresentanti dei sindacati. E' stato annunciato che i tagli, rispetto all'organico di diritto, saranno ridotti di 5mila unità. Inoltre il ministero ha avanzato richieste per 20mila assunzioni e ha ribadito l'impegno per la verifica di soluzioni sui precari. Le decisioni sono state accolte positivamente da Uil e Cisl, mentre la Cgil ha attaccato duramente la politica del governo. Per Mimmo Pantaleo sotto accusa è la volontà dell'esecutivo nella politica scolastica, pertanto resta confermato lo sciopero già indetto per il 18 marzo. Per Massimo Di Menna della Uil «occorre garantire alle scuole un organico adeguato in base alle esigenze di funzionalità e, in questa direzione, spostare i 5mila tagli, rappresenta un contributo ragionevole».

di Silvia Mastrantonio


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